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Scaccopoli - le mani della politica sugli scacchi

Leoncini Mario

Un libro che ricostruisce l`uso politico degli scacchi nei totalitarismi del Novecento, dalla Russia di Stalin alla Germania di Hitler.


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Un libro che ricostruisce l`uso politico degli scacchi nei totalitarismi del Novecento, dalla Russia di Stalin alla Germania di Hitler.

La rivoluzione russa e l’interessamento del regime bolscevico fecero la fortuna degli scacchi tra la prima e la seconda guerra mondiale. La guerra fredda consolidò questa fortuna, l’intero mondo divenne una scacchiera su cui le due superpotenze giocavano le loro mosse.
Non deve stupire troppo che i totalitarismi si siano interessati agli scacchi. Tutte le attività dovevano essere poste sotto controllo e finalizzate all’ideologia. E così, se i sovietici hanno attribuito un determinato senso agli scacchi (in un certo periodo come momento rivoluzionario di alfabetizzazione delle masse, in un altro come dimostrazione della superiorità di un sistema ideologico sull’altro) i nazisti li hanno assimilati rielaborandoli secondo la loro ideologia (scacchi ariani e non-ariani).
Questo libro rivisita la storia del Novecento attraverso una lente del tutto speciale, quella del millenario gioco degli scacchi divenuto, in Occidente, il gioco da tavolo per eccellenza.

Mario Leoncini, maestro di scacchi e formatore degli istruttori, è vicepresidente vicario della Federazione Scacchistica Italiana. Autore di numerosi libri di carattere tecnico e saggistico, dal 2007 è direttore di Scacchitalia, la rivista federale.


Information
  • Casa editrice Phasar Edizioni
  • Code 5830
  • Anno 2008
  • Pagine p. 202

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